Sunday, January 14, 2007

Modernity, Partiality, Universalism


The following is notice for a debate I will participate in at ESC Atelier Occupato on 18 January 2007.

La critica postcoloniale: modernità, parzialità e nuovo universalismo

Che cosa è la critica postcoloniale? E soprattutto cosa ci dicono della contemporaneità gli studi postcoloniali? Rispondere a queste domande vuol dire sottrarre un proficuo campo di analisi critica sul presente al rischio di risolversi in moda accademica, semplice fenomeno editoriale, o peggio in un'’apologia del tardo capitalismo. Dire postcoloniale non significa infatti il dischiudersi di un'era di eguaglianza e libertà, una cesura irreversibile con il passato del colonialismo. Significa invece sostenere che gli effetti del colonialismo non sono più confinati a quello che veniva definito il "terzo mondo", ma sono spazialmente diffusi, facendo quindi saltare la dialettica tra centro e periferia: tuttavia, non riescono più a fare sistema. La rottura è stata imposta dalle lotte, non dallo sviluppo capitalistico.

Seguendo le indicazioni della parte migliore dell'eterogeneo filone dei postcolonial studies, si tratta, per riprendere l'illuminate definizione dello storico indiano Dipesh Chakrabarty,esponente dei Subaltern Studies, di Provincializzare l'Europa, di operare cioè uno spiazzamento teorico e concettuale che ridefinisca gli strumenti con cui siamo abituati a leggere il presente. Stato-nazione, storicismo, democrazia,razionalità, cittadinanza, rappresentanza, ossia le categorie su cui si è plasmato il pensiero politico occidentale, sono messi a critica, aprendo lo spazio ad altre modernità possibili: quelle delle lotte e dei movimenti,quelle delle delle parzialità e dei giacobini neri di Haiti nella prima rivolta di classe contro il preteso universalismo della rivoluzione francese. Assunti come archivio critico e dispositivo di interrogazione genealogica, non come codificazione accademica, i postcolonial studies possono dunque aprire un campo di analisi per indagare e agire nelle metropoli "multiculturali", nel fuoco delle banlieue parigine o nello sciopero metropolitano dei latinos capace di mettere in ginocchio gli Stati Uniti. «È l'irruzione dei margini nel centro» scrive Stuart Hall; è la presa di parola di quello che una volta veniva chiamato "terzo mondo" contro il terzomondismo, per lasciare emergere le forme di disarticolazione dei dispositivi di dominio e sfruttamento.

Ne discuteremo con Miguel Mellino, Sandro Chignola, Brett Neilson. A partire dalla presentazione de La critica postcoloniale di Miguel Mellino (Melemi, 2005) e I giacobini neri di C.L.R. James (DeriveApprodi, 2006).